TITOLO: Duomo Concattedrale di S. Stefano
COMUNE: Rovigo
DATAZIONE: XVII secolo
DESCRIZIONE:
La prima chiesa della città è sicuramente sorta in concomitanza con il progressivo insediarsi della comunità, a pochi metri dal corso del fiume. Un primo documento che la nomina è datato 964. Un secolo dopo il Vescovo Benedetto da avvio alla costruzione di una nuova chiesa dedicata a S. Stefano papa e martire, riedificata ed accresciuta nel 1361 dal Vescovo Giovanni da Siena e di nuovo ricostruita nel 1461, verso la fine della dominazione estense. Nel 1696 il Vescovo Carlo Labia la prima pietra della nuova chiesa, che per importanza e dimensioni divenne da allora il Duomo della città di Rovigo, su progetto del conte padovano Girolamo Frigimelica Roberti. L’impianto della chiesa non si discosta dalla lezione palladiana: un’unica navata con tre cappelle laterali per lato, transetto poco pronunciato con cupola al centro della crociera e profondo presbiterio absidale.
La costruzione, iniziata da Vincenzo Bellettato da Fratta venne portata a termine più di 80 anni dopo, nel dicembre del 1778. La facciata della chiesa è rimasta incompiuta e sopra il portale centrale una nicchia ospita una statua del Redentore dello scultore Francesco Sartor (1901). Il Duomo rodigino non presenta al suo interno una raccolta omogenea di opere, ma piuttosto un affollarsi di immagini sugli altari e nelle cappelle che, nella loro eterogeneità, testimoniano la storia di un edificio sacro di grande prestigio. Dal “Dometto”, la piccola chiesa abbattuta nel 1737 per dare respiro al sagrato, proviene l’affresco miracoloso della beata vergine delle Grazie inserita in una imponente pala che Antonio Dè Pieri, detto lo Zoppo, realizzò appositamente. Stessa provenienza per la Madonna del parto, affresco del Tre-Quattrocento di scuola veneta, a cui sono riferibili altre opere del cinquecento, seicento e settecento. Il Duomo custodisce anche quattro piccole figure in marmo che lo scultore estense Corradini ad inizio del settecento, che adornano il tabernacolo posto sull’altare del SS. Sacramento, opera di Giovanni Tognon, in breccia medicea e in forma di tempietto barocco con sei colonne che culminano con un timpano in marmo bianco di Carrara. Alle spalle del tabernacolo si trova la tela del Redentore fra Santo Stefano e San Bellino di Jacopo Negretti, meglio noto come Palma il giovane.
Bibliografia:
Sergio Garbato, Rovigo i luoghi e il tempo, Signum Padova Editrice, 2008, ISBN 978 88 8475 027 3