Museo nazionale archeologico Adria

TITOLO: Museo Archeologico Nazionale

COMUNE: Adria

DATAZIONE: 1961

DESCRIZIONE:

Una visita al museo rappresenta certo una tappa obbligata per comprendere la storia di un territorio anfibio strettamente legato ai fiumi Po, Tartaro e Adige, come quello di Adria e del vicino Delta. In queste terre fertili, ma anche fragili, antichi popoli del Mediterraneo avevano trovato il segreto di una convivenza pacifica e feconda. I più antichi insediamenti databili al Bronzo recente tra XIV e XII secolo a.C. sono ben documentati nella prima vetrina che illustra la recente scoperta di una grande capanna su pali circondata da un fossato nella località Amolara a nord est rispetto al centro urbano di Adria.

Dopo una lunga fase di crisi e abbandono, causata in parte da profonde modifiche dell’assetto del territorio, ma anche da profonde trasformazioni sociali e politiche, agli inizi del VI secolo la presenza di mercanti dalle città della Grecia, che approdano prima al centro costiero di San Basilio presso Ariano nel Polesine e in seguito al porto fluviale di Adria, contribuiscono insieme alla presenza degli Etruschi, al vivace sviluppo di tutta l’area del Delta antico. Uno spazio è dedicato ai rinvenimenti dell’area costiera in particolare San Basilio, ma si segnala anche un bronzetto di fattura etrusca, noto come Eracle da Contarina, in quanto frutto di una scoperta nella località omonima in comune di Porto Viro

Le ricerche relative al più antichi insediamenti ad Adria, hanno evidenziato una vera e propria pianificazione nell’impianto dei primi insediamenti, con scavo di canali per il drenaggio delle acque e sottofondazioni con piattaforme il legno e palificate di sostegno ad abitazioni di ampie dimensioni, costruite in materiale leggero e deperibile come legno per le intelaiature portanti, argilla e canna per le pareti. Documentano la ricchezza e l’aspetto multietnico della città i numerosi reperti di ceramica attica a figure nere e rosse, i rinvenimenti dalle necropoli, con pregevole vasellame in bronzo di fattura etrusca, preziosi monili in ambra e pasta vitrea e splendidi gioielli in oro e argento.

La fase tra IV e II sec. a.C. è dapprima segnata dai contraccolpi dovuti alla crisi delle città greche e dalle invasioni delle popolazioni celtiche, ma la successiva ripresa è ben dimostrata da i numerosi corredi di tombe ricche di vasellame e di preziosi monili che attestano li rituale del banchetto funebre in una società opulenta e multietnica. Tra queste sepolture spicca la ‘Tomba della Biga’, un carro del III secolo a.C., deposto con la sua pariglia di cavalli e un terzo cavallo, da sella, al seguito, singolare scoperta tra le sepolture della vasta necropoli del Canalbianco.

La sezione della romanizzazione documentata in una specifica sezione vede l’evoluzione del centro urbano e del territorio e l’inserimento della città nella sfera d’influenza romana documentato anche dal miliare della via Popillia. La città che assume il ruolo di municipium nel 49 a.C. viene dotata di un’ampia ripartizione agraria evidente da foto aeree. I lotti di terreno collegati ad importanti assi viari, che oltre alla via Popillia comprendevano la via Annia e due percorsi visibili presso Gavello e Villadose, richiedevano un grande lavoro di bonifica e di manutenzione dei regimi idrici, per garantire lo sfruttamento agricolo del territorio in un contesto particolarmente vivace e fecondo. Attorno al I sec. d.C. con l’inizio dell’età imperiale la città si arricchisce di edifici monumentali, documentati dai pochi resti consistenti in un pavimento a mosaico e da alcuni raffinati elementi architettonici. Alla produzione vetraria, preziosa testimonianza dell’alto livello di benessere delle classi sociali più elevate, ma anche dell’estrema abilità dei maestri vetrai dell’epoca è dedicata una specifica vetrina attrezzata con diverse gradazioni di luce, per dare risalto alla raffinatezza e alla varietà di forme e colori delle produzioni tra il I sec. a.C. e il II sec. d.C. Spiccano gli esempi a nastri policromi, il corno potorio con testa d’animale, le coppe in vetro blu firmate da Ennione, celebre maestro vetraio di origine orientale.

I secoli successivi segnano un periodo di decadenza della città, che nella fase tardo antica rimane probabilmente ai margini dei percorsi viari principali e assiste al generale spopolamento del centro urbano e dell’agro circostante.

La parte finale del Museo espone le testimonianze provenienti da Corte Cavanella di Loreo e San Basilio, due centri costieri attivi in epoca tardo antica, posti lungo un percorso viario nell’alto Adriatico con le denominazioni rispettive di mansio Fossis e Hadriani documentate nella Tabula Peutingeriana, una mappa riferibile all’epoca tardo antica. La ripresa di Adria in epoca bizantina è documentata dal corredo di una tomba femminile e da alcune di monete alto medievali che attestano la prosecuzione degli scambi commerciali nell’area del Delta, anche in un periodo storico solitamente considerato di crisi e di ridotte attività economiche e commerciali.

Il percorso interno si conclude con alcuni documenti e materiali, che danno risalto alla passione antiquaria della storica famiglia adriese dei Bocchi, ai quali si deve l’istituzione di un museo privato primo nucleo di quello attuale.

Il percorso museale si completa con la visita del cortile interno, che espone una significativa selezione di lapidi con iscrizioni a carattere funerario e un bel sarcofago con dedica databile al II secolo d.C.

ORARIO DI APERTURA

a partire dal mese di ottobre, gli orari di apertura del museo saranno i seguenti:

lunedì chiuso;

sabato e prima domenica del mese: 8.30-19.30

da martedì a venerdì: 8.30-13.30

domeniche e festivi: 14.30-19.30

Si ricorda che la biglietteria chiude mezz’ora prima.

Prenotazione facoltativa: drm-ven.museoadria@cultura.gov.it o al n. di telefono + 39 0426 21612.

N.B. Per la possibilità di aperture straordinarie al di fuori di questi orari, si prega di contattare il museo il giorno stesso della visita al numero 0426.21612. 

Con un anticipo di almeno 30 giorni, la Direzione del Museo potrà valutare eventuali aperture su prenotazione; scrivere a: drm-ven.museoadria@cultura.gov.it.

Per aggiornamenti ed aperture eccezionali, si prega di consultare le informazioni nella pagina Facebook del museo@Museoarcheologicoadria