Palazzo Gradenigo Mocenigo Gavello

TITOLO: Palazzo Gradenigo Mocenigo

COMUNE: Gavello, via Giacomo Matteotti, 85

DATAZIONE: XVII secolo

DESCRIZIONE:

Palazzo Gradenigo, oggi di proprietà della Curia, sorge nei pressi della chiesa del paese, in piazza XX settembre. Si tratta di un palazzo signorile eretto all’inizio del Cinquecento dalla nobile famiglia estense dei Gilioli. Il complesso si compone della casa padronale, che si affaccia direttamente sul corso principale del paese, dal giardino e dei rustici retrostanti. In origine doveva esserci una torre colombara, demolita però già nel XVII secolo e tutta la proprietà era cinta da un muro di laterizi. Il palazzo venne probabilmente ristrutturato o ricostruito all’inizio del Seicento. Successivamente passò ai Contarini ma già negli anni Venti del Seicento versava in uno stato di abbandono. Tra il 1626 e il 1636 la famiglia Contarini decise quindi di ristrutturare la proprietà e renderla abitabile, ed è probabilmente in questa occasione che venne abbattuta la torre colombara, troppo compromessa dal degrado. I Contarini ingrandirono, completarono e abbellirono il palazzo. Alla fine del Seicento il palazzo diventò di proprietà dei Foscari, che operarono una ristrutturazione che diede al palazzo l’aspetto che per secoli poi lo ha caratterizzato.

In facciata risalta il timpano centrale, che spicca sulle ali laterali dell’edificio. L’aspetto del palazzo si presenta semplice e modesto e le porte e le finestre non godono di particolari decorazioni. La facciata che dà sul giardino era in origine caratterizzata da un porticato al piano terra, oggi non più presente. Lo stile richiama l’architettura veneziana e si omologa probabilmente ad altre quattro ville signorili che erano sorte tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento nel territorio di Gavello, durante la colonizzazione agraria dei veneziani in Polesine.

Il palazzo andò incontro ad un processo di degrado a partire dagli anni Cinquanta del Novecento. L’ultima proprietaria, la contessa Nani Mocenigo, discendente dei Gradenigo, lasciò in eredità la proprietà a don Orione, che a sua volta decise di devolvere il lascito alla Parrocchia di Gavello. Fino agli anni Settanta l’edificio fu utilizzato come asilo al primo piano, mentre al piano terra si aprivano botteghe ed esercizi commerciali, attività che manomisero pesantemente la struttura. Quando furono dismesse il palazzo fu lasciato ad uno stato di abbandono, e allo stesso modo furono vendute le statue che ornavano i pilastri del muro di cinta, ancora visibili nelle foto d’epoca degli anni Quaranta, e lo stesso muro venne poco alla volta demolito per ricavare laterizi per la costruzione delle case adiacenti.

INFORMAZIONI E CONTATTI: non visitabile

BIBLIOGRAFIA: Mario Bulgarelli, La contea di Gavello: un possedimento dei Foscari in Polesine. Venezia, La Malcontenta, 2007; Bruno Gabbiani (a cura di), Ville Venete: la provincia di Rovigo. Insediamenti nel Polesine, Venezia, Istituto regionale per le ville venete Marsilio, 2000, pp. 296-297; Antonio Canova, Ville del Polesine, Rovigo, Istituto padano di arti grafiche, 1975, p. 93.