Platano secolare Lendinara (Alboron S. Rocco)

TITOLO: Alboron de San Rocco – Albero monumentale

COMUNE: Lendinara

DATAZIONE: 1848

DESCRIZIONE:

La piccola chiesa affacciata sul corso dell’Adigetto, dedicata a San Rocco nel 1516, in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo della terribile pestilenza che infuriò nel Veneto tra 1510 e 1512, e officiata dai frati Serviti fino alla metà del Seicento, in seguito subì pesantemente l’ingiuria dei secoli; ridotta in stato di forte degrado, dopo la Grande Guerra fu oggetto di un intervento radicale, che la trasformò in ossario dei caduti lendinaresi.

Grazie all’attività di un comitato, presieduto dal podestà, e al generoso contributo della popolazione, si provvide al restauro, o meglio alla radicale ristrutturazione, e all’abbellimento dell’architettura rinascimentale. L’idea, nata nel 1923, incontrò il favore di alcune personalità di rilievo nell’ambiente storico artistico, come Ugo Ojetti, Carlo Anti, Giuseppe Fiocco, Arduino Colasanti; la direzione dei lavori venne affidata a Ferdinando Forlati, allora Soprintendente ai Monumenti, esperto in materia di restauro di edifici storici. La zona dell’abside fu destinata ad accogliere i resti delle vittime civili, mentre le pareti laterali quelli dei soldati morti in combattimento. L’opera, completata da un ciclo pittorico dovuto all’artista veronese Angelo Zamboni, che sviluppa su più registri il tema del lutto di guerra, inquadrandolo in una prospettiva militare, civile e religiosa, venne portata a termine due anni più tardi, e, dopo l’effettiva traslazione delle salme, il monumento fu inaugurato con una cerimonia solenne il 24 maggio 1925.

Accanto alla chiesa sorge uno storico platano di dimensioni colossali (alto circa 40 metri), chiamato popolarmente “alboron de San Rocco”, molto amato dai Lendinaresi, che lo considerano un simbolo cittadino. Secondo Antonio Cappellini è stato piantato nel 1848 nelle trincee qui scavate per difendere Lendinara da un’eventuale incursione di truppe austriache provenienti da Legnago.
Il platano è fra gli alberi più grandi e più belli che abbiamo in Italia, con la corteccia bianca rivestita di squame dalla bella forma a macchia, in delicati toni di beige, a volte sormontate a loro volta da ordinarie scaglie legnose.

Sull’altro fianco, ove un tempo sorgeva il convento, si estende oggi il Parco delle Rimembranze, a formare quindi un complesso interamente ispirato alla memoria del primo conflitto mondiale.