


TITOLO: Tomba di Giacomo Matteotti
COMUNE: Fratta Polesine, cimitero comunale via G. Monti/Strada provinciale 16
DATAZIONE: 11 ottobre 1928
DESCRIZIONE:
Giacomo Matteotti, assassinato dalla Ceka fascista il 10 giugno 1924, è sepolto nella cappella di famiglia nel cimitero di Fratta Polesine. Quando la bara è arrivata in treno da Monterotondo il 20 agosto 1924, è stata allestita la camera ardente nel salone centrale, al pianterreno, della casa di famiglia oggi casa museo, monumento nazionale. Da qui il giorno seguente il feretro, seguito da oltre 10.000 persone, sollevato a braccia dai parenti, è stato trasportato al cimitero per la sepoltura che è avvenuta nella cappella della famiglia di Giuseppe Trevisan, amministratore dei beni Matteotti, in modo anonimo senza nessun segno di riconoscimento per evitare profanazioni. Le minacce dei fascisti ricevute dal Trevisan che temeva per la presenza nella stessa cappella della tomba del figlio morto in tenera età, hanno costretto la famiglia Matteotti a traslocare il corpo, prima in una tomba anonima, sempre del Trevisan, poi nell’acquisita cappella, ex camera mortuaria del Comune, dopo ancor oggi riposa dall’11 ottobre 1928. La madre di Giacomo, Isabella Garzarolo, ha ottenuto gratuitamente la cappella mortuaria comunale e la concessione di un innalzamento di tre gradini dal piano strada in cambio dell’impegno di costruirne una nuova per uso pubblico.
La cappella di famiglia si estende su due livelli: quello inferiore dove sono inumati i componenti della famiglia Matteotti eccetto Giacomo la cui bara è al piano superiore, chiusa in un sarcofago nero donato dai lavoratori del Belgio che lo avevano conosciuto nell’Internazionale socialista cui aveva partecipato qualche mese prima. In seguito per volontà del prefetto, è stato cementato per un paventato pericolo di trafugamento del corpo. Il sarcofago è ricoperto da una bandiera italiana ed europea, sempre adornato con fiori e garofani rossi donati dai numerosi visitatori che lasciano talvolta anche biglietti di ricordo. Sui muri perimetrali ci sono tre lapidi con i nomi dei figli di Giacomo: Elisabetta, Gianmatteo e Giancarlo a cui nel 2024, per volontà concorde dell’amministrazione comunale di Fratta e delle nipoti Matteotti, saranno aggiunte anche i nomi degli altri defunti tumulati, insieme ai figli, al piano inferiore: la moglie Velia Titta, i fratelli Matteo e Silvio e i genitori Girolamo ed Isabella. Nella parete di fondo un busto bronzeo, attribuito allo scultore Guido Cremesini, ritrae Giacomo Matteotti. Durante il ventennio fascista la tomba venne controllata da un picchetto di carabinieri che avevano l’obbligo di trascrivere nei loro rapporti i nomi e le targhe delle persone che visitavano la tomba.
La commemorazione della sua uccisione, possibile dal 1945, ha uno dei momenti più significativi ed importanti nella visita della tomba.
INFORMAZIONI E CONTATTI:
Orari di apertura e visita: tutti i giorni della settimana 9-19
Sito web: https://www.casamuseogiacomomatteotti.it/
Bibliografia: ricerca archivistica sulla storia della tomba è di M. Lodovica Mutterle; Antonello Nave, Virgilio Milani e la scultura del Novecento nel Polesine. Presentazione di Leobaldo Traniello, Rovigo, Minelliana, 2004.