ex Fornace Totti Villanova Marchesana

TITOLO: Ex Fornace Totti

COMUNE: Villanova Marchesana, golena del Po presso l’argine sinistro

DATAZIONE: XIX secolo

DESCRIZIONE:

L’ex Fornace Totti fa parte, assieme alla vicina Fornace Etna, di un vasto complesso industriale situato nella golena che dalla frazione di Canalnovo giunge fino a Villanova Marchesana. Costruita alla fine dell’Ottocento, era la più imponente tra le fornaci della provincia. Il corpo principale è alto cinque piani, più un piano sottotetto, ed era servito un tempo da ascensori. I piani erano destinati allo stoccaggio e all’essicazione delle tegole, nella cui produzione la fornace era specializzata. Il processo di essicazione avveniva grazie al calore irradiato dal forno e dalla ciminiera ed era favorito dalle correnti d’aria provenienti dalle numerose finestre. Il complesso comprendeva anche numerose tettoie che fungevano da magazzino, una palazzina per gli uffici decorata con fasce in cotto bicolori, alcune case per i lavoratori e persino un capitello con la statua del santo protettore. La struttura in mattoni e le grandi finestre disposte a due a due conferiscono all’edificio un notevole valore estetico, anche se ad oggi tutto lo stabile versa in uno stato di abbandono.

La lavorazione e la cottura dell’argilla in Polesine hanno origini antichissime e dall’Ottocento per quasi due secoli le fornaci per laterizi, che si trovavano soprattutto lungo il Po, furono la principale attività industriale a sostegno di un’economia prettamente agricola. La localizzazione degli impianti nelle golene del Po, come nel caso delle Fornaci Totti e Etna, garantiva un immediato accesso alle materie prime e la possibilità di caricare i prodotti finiti su piccoli natanti per trasportarli dove necessario. Lo stabile arrivò a impiegare 300 dipendenti, si realizzava un prodotto di alta qualità, in un periodo in cui nel settore edilizio era largamente impiegato il mattone come materiale da costruzione. I prodotti delle fornaci di Villanova Marchesana ebbero un’ampissima diffusione sia in Italia che all’estero, tanto che per rispondere alle esigenze del mercato si costruì un terzo impianto nella vicina area golenale di Crespino, distrutto purtroppo durante la Seconda Guerra Mondiale. La produzione iniziava dall’estrazione del materiale dalle cave, l’argilla veniva poi trasportata all’interno della fornace dove si dava forma ai laterizi crudi. I laterizi stagionavano per un periodo all’aperto, sotto a grandi tettoie per poi essere essiccati e successivamente cotti. Il momento più importante ed emozionante era l’accensione del grande fuoco, che avveniva a primavera e doveva durare tutta la stagione. Con una cerimonia semplice ma solenne, alla presenza anche delle autorità civili e religiose, un bambino accendeva la carta che avrebbe attizzato il legname. Il rito si concludeva con un brindisi benaugurante. L’attività cessò nel 1964, dopo un periodo di crisi. A quel tempo chiusero la maggior parte delle fornaci polesane per la concorrenza di impianti più moderni e a causa dell’introduzione di nuovi materiali edilizi. Grazie alle Fornaci e allo spirito imprenditoriale di Emilio Totti, Villanova Marchesana poté vivere in quegli anni un notevole benessere socioeconomico, non facilmente riscontrabile in Polesine, a cui però seguì un periodo di crisi dopo la chiusura dei due stabili.

INFORMAZIONI E CONTATTI: non visitabile

BIBLIOGRAFIA: Civiltà del lavoro industriale nel Polesine 1870-1940 (Rovigo, Camera di Commercio, 14 dicembre 1991-2 febbraio 1992; Canda, Villa Nani Mocenigo, luglio agosto 1997). Catalogo della mostra a cura di Marcello Zunica. Associazione Industriali della Provincia di Rovigo / Associazione culturale Minelliana (I.P.A.G.), 1991, pp. 57-62, 76-77; Fabrizio Braga, Le Fornaci di Villanova Marchesana, in: Ventaglio Novanta, n. 43, luglio 2011, pp. 90-93.