Torre piezometrica Rovigo

TITOLO: Torre piezometrica

COMUNE: Rovigo, via Benvenuto Tisi da Garofolo, 11

DATAZIONE: 1932

DESCRIZIONE:

La torre dell’acquedotto di Rovigo rappresenta una traccia materiale della storia della gestione delle acque in Polesine. Il primo acquedotto della provincia fu pensato attorno al 1910 e i lavori presero avvio poco dopo, fino all’inaugurazione nel 1912. L’acqua veniva pescata alla destra dell’Adige in località Boara Polesine, a monte del tratto ferroviario Bologna-Venezia. Inizialmente l’acquedotto di Rovigo serviva circa 500 utenti privati ma è impossibile pensare ad un rifornimento pari a quello dei nostri giorni, la condotta portava l’acqua in città ma il percorso che poi portò agli allacciamenti diretti alle abitazioni era ancora molto lungo. Grazie a questo impianto infatti venivano rifornite le fontanelle pubbliche che inizialmente erano 17, mentre chi aveva un consumo giornaliero di almeno 200 litri di acqua poteva richiedere l’allacciamento diretto. Questo primo impianto non era però esente da problemi, soprattutto legati alla scarsa depurazione dell’acqua. Il problema divenne importante negli anni Venti, quando aumentò anche la richiesta d’acqua.

Il Ventennio fascista vide la realizzazione di grandi opere urbanistiche, che investirono anche la città di Rovigo. Il programma di rinnovamento urbanistico, volto a celebrare il potere del partito, non poteva tralasciare la sistemazione dell’acquedotto, per questo nel 1928 fu realizzato un nuovo progetto. Nella prospettiva di un conseguente aumento di portata dell’acquedotto rodigino, e in risposta alle esigenze di una popolazione sempre più numerosa e dislocata nei vari paesi della provincia, nell’aprile 1929 venne costituito il Consorzio fra i Comuni di Rovigo, Costa, Villamarzana, Arquà Polesine, Bosaro, Pontecchio, Ceregnano, Villadose e San Martino di Venezze.

La torre piezometrica in via Benvenuto Tisi da Garofolo fu inserita in questo grande progetto di rinnovamento e costruita nel 1932 dall’architetto Giuseppe Vaccaro. Di particolare interesse architettonico, costituisce un esempio di architettura del periodo fascista. La torre è oggi parte della sede della Società Acque Venete, che gestisce gli acquedotti polesani.

INFORMAZIONI E CONTATTI: non visitabile

BIBLIOGRAFIA: Gianpaolo Milan, Sara Garbellini, Biagio Panzani, Gli acquedotti del Polesine: cento anni di storia, Rovigo, ATO Consiglio di Bacino Polesine, 2015.