Basilica San Bellino

TITOLO: Basilica di San Bellino

COMUNE: San Bellino, piazza Papa Giovanni XXIII, 2

DATAZIONE: 1649

DESCRIZIONE:

Al centro del paese di San Bellino sorge la basilica intitolata al santo vescovo e martire, patrono della Diocesi di Adria e Rovigo, affiancata dal campanile e aperta su una piazzetta antistante.

L’attuale edificio sorge al di sopra di una precedente chiesa, intitolata a San Martino di Variano. L’originario toponimo del paese è però Maneggio, un nome sotto al quale nel X secolo ricadeva un vasto territorio che comprendeva i centri di Castelguglielmo, San Bellino, Presciane, Fratta e altre località attigue. In queste terre il vescovo di Padova Bellino Bertaldi venne ucciso dai sicari di Tomaso Capodivacca-Capineri, un signore padovano accusato dal vescovo di aver sottratto beni alla chiesa. La data della morte è incerta ma avvenne attorno al 1147. Il corpo venne in un primo momento tumulato nella chiesa di San Giacomo di Lugarano, vicino all’attuale centro di San Bellino. La chiesa fu però distrutta dalle ripetute inondazioni che colpirono il territorio in quel periodo. I resti del vescovo, trovati tra le macerie della chiesa, furono allora portati nella chiesa di San Martino di Variano, che verrà poi dedicata a San Bellino. Il vescovo Bellino fu canonizzato santo alla metà del XII secolo e alla fine del Duecento il centro abitato aveva assunto il titolo del Santo.

L’edificio oggi visibile risale invece al 1649, come ricorda una lapide posta in facciata. L’arciprete don Cesare Graziadei la fece erigere con l’aiuto della comunità. La facciata è distinta in due parti, nella parte superiore si apre al centro un rosone, accanto a cui stanno due nicchie, che fino al 1997 ospitavano le statue dei Santi Martino e Bellino, opera dello scultore settecentesco Giovanni Bonazza e oggi poste nel presbiterio. Le vetrate istoriate raccontano episodi della vita del Santo e sono opera della Vetreria d’Arte Sandro Tomanin e Fratelli, realizzate nel 1997.

All’interno le spoglie del Santo trovano spazio in un’elegante arca marmorea posta nella cappella che chiude il presbiterio. L’urna, realizzata in marmi policromi fu commissionata nel 1640 da Giulia de Areosti Guarini, la cui famiglia era proprietaria di molte terre in paese. Sopra all’urna si trova una pala dipinta nel 1736 attribuita al pittore Mattia Bortoloni, che raffigura il vescovo Bellino con il pastorale e le chiavi mentre protegge un ragazzo dall’attacco di un cane rabbioso. La volta del presbiterio è decorata da stucchi con soggetti sacri e nelle quattro vele si trovano quattro medaglioni con affreschi che narrano la morte e il recupero del corpo di San Bellino. Agli angoli della volta sono poste le statue dei quattro evangelisti, realizzate con una complessa tecnica a stucco e poi rivestite con lamine di oro e rame.

Il campanile, in stile tardo romanico, fu costruito in pietra a vista all’inizio del Cinquecento. Alla base è presente una lapide che ricorda il livello raggiunto dalle acque durante l’alluvione dell’Adige nel 1823.

INFORMAZIONI E CONTATTI: la basilica è visitabile antecedentemente e a conclusione delle funzioni religiose.

Telefono: 0425 703339

BIBLIOGRAFIA: Rovigo e la sua provincia. Guida turistica e culturale. II edizione aggiornata, Rovigo, Amministrazione provinciale, 2003, pp. 216, 218; San Bellino: la storia ritrovata, San Bellino, Biblioteca Comunale (Stanghella, Dielle), 1991; Alberino Gabrielli, Comunità e chiese nella diocesi di Adria-Rovigo. Presentazione di Bernardino Merlo, Roma, Ciscra edizioni, 1993, pp. 364-369.