TITOLO: Castello di Rovigo
COMUNE: Rovigo, piazza Giacomo Matteotti
DATAZIONE: X secolo
DESCRIZIONE:
Le prime notizie di un castello attorno a cui nacque e si sviluppò il centro di Rovigo risale al 920. In una bolla papale papa Giovanni X concede al vescovo Paolo, allora signore di queste terre, di edificare una fortificazione. Probabilmente non era inizialmente un vero castello, ma una più semplice fortificazione, costituita da una torre circondata da palizzate e si trovava presso l’argine destro dell’Adigetto, in una posizione strategica.
Tra il 1139 e il 1160 il vescovo Florio Cattaneo fece realizzare delle mura fortificate tutto attorno a quello che all’epoca era il centro urbano, inglobando anche il corso dell’Adigetto. Un tracciato che aveva la forma di un pentagono, lungo circa un miglio. In quest’epoca venne probabilmente rifatto il Castello, seguendo più moderne tecniche militari. Prese una forma quadrata, costruito su di un poderoso terrapieno artificiale, realizzato utilizzando la terra che era stata estratta scavando i fossati attorno alla cinta muraria, e dotato di mura merlate e pare otto torri. Al centro si ergeva un imponente mastio alto 50 metri, che è oggi Torre Donà, alla cui base si trovavano le prigioni, ancora visibile accanto a una torre mozza, Torre Grimani. Dopo queste importanti trasformazioni in realtà l’edificio non fu più ammodernato, segno che Rovigo non era probabilmente più un luogo strategico, anche perché, dopo la rotta dell’Adige del 1438 le paludi avevano invaso i territori circostanti e costituivano una barriera naturale.
Il Castello fu teatro di alcuni importanti combattimenti, avvenuti durante la Guerra di Ferrara (1482-1484), la Guerra della Lega (1509) dei Cambrai e della Lega Santa (1511). Ma la crisi vissuta dalla Repubblica di Venezia, proprio a causa di queste guerre, portò il Castello ad uno stato di abbandono. Nel 1598 la Repubblica lo cedette ai nobili Donà, che lo ebbero in gestione fino all’Ottocento e fu poi ereditato dalla famiglia Grimani. Solo negli anni Trenta del Novecento però il forte venne considerato monumento storico e inserito nel Piano Regolatore della città. Il progetto prevedeva di interrare l’Adigetto, creando quello che è divenuto il Corso del Popolo, e liberare il Castelo dalle case che nel Settecento vi erano sorte attorno, costruendo un palazzo di rappresentanza. Il progetto fu in parte realizzato solo negli anni Sessanta. In quella che era la parte interna del Castello, al di sopra del terrapieno, è stato creato un giardino pubblico in cui si possono ancora vedere le due torri superstiti e parte della cortina muraria.
INFORMAZIONI E CONTATTI:
BIBLIOGRAFIA: Rovigo e la sua Provincia, 2ª edizione, Editrice Italia Turistica, 2003, p. 180; Luigi Stocco, Rovigo e la sua storia. Presentazione di Luigi Bortolussi, Rovigo, Minelliana, 1974, pp. 19-29; Leobaldo Trainello (a cura di), Rovigo. Ritratto di una città, Rovigo, Edizioni Minelliana Associazione Culturale, 1988, pp. 75-77;