Museo eccidio e monumento ai caduti Villamarzana

TITOLO: Mausoleo alle vittime dell’eccidio di Villamarzana e sacrario Castelguglielmo

COMUNE: Villamarzana e Castelguglielmo

DATAZIONE: XX secolo

DESCRIZIONE:

Il monumento ricorda le 42 vittime della strage fascista che ebbe luogo il 15 ottobre 1944.

Dalla tarda primavera del 1944 in Polesine vi fu un deciso aumento dell’uso della violenza da parte dei fascisti repubblicani. In autunno, con il rallentamento dell’avanzata alleata, i nazifascisti iniziarono a cercare di isolare e annientare i nuclei partigiani dalla provincia, in questo periodo diventarono una prassi le rappresaglie, come nel caso degli eventi di Villamarzana. A partire da settembre gli scontri armati e i sabotaggi di matrice partigiana si fecero sempre più frequenti, fino a culminare il 23 settembre 1944 con due uccisioni, quella del comandante del distaccamento di Fratta Polesine Giuseppe Bomba e quella della camicia nera Pietro Castellacci. Il comandante della Guardia Nazionale Repubblicana decise allora di infiltrare un gruppo di quattro militi tra gli sbandati della zona con l’obiettivo di individuare nuclei partigiani. I quattro vennero però riconosciuti e uccisi dai partigiani. Il comando provinciale dispose delle indagini per tentare di ritrovare i militi scomparsi, a seguito delle quali emerse però l’omicidio. Venne quindi disposto un rastrellamento, eseguito dalla Guardia Nazionale Repubblicana e delle Brigate Nere nella notte tra il 13 e il 14 ottobre, nella zona delimitata dal Canal Bianco tra Castelguglielmo e Cà Moro e tra Alberazze, Chiaviche, Pellizzare e Precona. Durante il rastrellamento persero la vita 11 persone, mentre altri 42, soprattutto giovani ragazzi, alcuni ancora adolescenti, furono catturati e trasferiti nelle carceri di Rovigo, dove vennero torturati per scoprire il luogo di sepoltura delle spie fasciste; gli stessi furono poi trasferiti a Villamarzana, dove vennero fucilati il 15 ottobre, solo uno si salvò. Furono rinchiusi nella bottega da barbiere di Silvio Domeneghetti e fatti uscire a gruppi di sei per essere fucilati da un plotone di fascisti che applicava le leggi marziali naziste. Questa fu una delle rappresaglie più cruente realizzate dai fascisti in Italia: nonostante il partigiano Antonio Tasso avesse confessato i nomi dei responsabili dell’uccisione delle spie infiltrate alle Brigate Nere, per salvare la vita dei civili innocenti, l’esecuzione non cessò.

La casetta del barbiere, luogo dell’eccidio, fu trasformata in un monumento con annesso un museo e centro documentale sulla resistenza. Presso il cimitero di Villamarzana, il terreno adibito a fossa comune, è diventato un monumento alla memoria.

In allegato anche un video e foto del sacrario delle vittime sepolte presso il cimitero di Castelguglielmo.

INFORMAZIONI E CONTATTI: monumento sempre visitabile

BIBLIOGRAFIA: Laura Fasolin, Guida ai luoghi della momoria in Polesine [1943-1945], Rovigo, Provincia e Archivio di Stato, 2010, p. 63.

Villamarzana 15-10-1944 su Atlante delle stragi nazifasciste in Italia: https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=4669 consultato il 22/08/2023.