Porta San Bortolo Rovigo

TITOLO: Porta San Bortolo

COMUNE: Rovigo, via Giovanni Miani

DATAZIONE: XIII secolo

DESCRIZIONE:

Porta San Bortolo è una delle due porte che si possono ancora oggi vedere tra quelle che anticamente permettevano l’accesso alla città di Rovigo, protetta da una cerchia di mura. Delle due, l’altra è Porta Sant’Agostino, è quella che si è conservata nelle migliori condizioni.

Venne eretta probabilmente nel Duecento, quando furono costruite le mura cittadine, per collegare la città al borgo dove si trovava il convento degli Umiliati, oggi Monastero degli Olivetani. Lo storico Marin Sanudo nel Quattrocento è il primo a fornire una descrizione della porta, riportando testimonianza dell’esistenza di una torre posta al di sopra di essa, distrutta dai veneziani nel 1483 durante la Guerra del Sale contro Ferrara. La porta venne però rapidamente riparata dai veneziani stessi o più probabilmente si tentò di regolarizzare ciò che rimaneva della torre, ricostruendone la merlatura, ossia quella più bassa ancora visibile. Possiamo quindi immaginare che la parte inferiore dell’edificio sia quella originaria, mentre la parte superiore frutto dei lavori di sistemazione eseguiti dalla Repubblica di Venezia.

La porta, in cotto, non presenta tracce di un ponte levatoio, anche se la notizia è riportata in alcune descrizioni antiche. All’interno del fornice si conservano però le tracce della porta interna e di una saracinesca che doveva chiuderla. Il doppio ordine di merlature è il risultato di un intervento del 1639. All’epoca il podestà Vittorio Correr fece collocare un orologio con due quadranti, uno all’esterno e uno all’interno della città, oggi posto sulla Torre dell’Orologio in piazza Vittorio Emanuele. Per avere quindi sufficiente spazio per l’orologio era necessario sopraelevare la porta e si decise di realizzare un secondo ordine di merlature, piuttosto che demolire quelle già esistenti, per mantenere il carattere medievale dell’edificio. L’iniziativa è ricordata da una lapide posta al centro della facciata sud. Nello stesso anno, in una nicchia nella parte esterna, venne anche collocata una statua della Madonna, opera di Clemente Molli, oggi ospitata nella Rotonda.

La porta è arricchita da numerosi stemmi e lapidi che celebrano i personaggi importanti per la sua storia e quella della città: gli stemmi del doge Giovanni Mocenigo e di Giosafat Barbaro, capitano e provveditore generale del Polesine nel 1483-84, lo stemma di Francesco o Antonio Loredan, entrambi podestà di Rovigo nel Seicento, una lapide che ricorda il podestà Alvise Tiepolo. Tutte le lapidi vennero però fatte scalpellare nel 1693 dal Senato Veneto, che voleva porre un freno all’esaltazione dei podestà in tutto il territorio della Repubblica.

La porta, che è parte della storia dell’urbanistica di Rovigo, ha rischiato nell’Ottocento di essere demolita. A quel tempo le porte divennero un intralcio per le carrozze e i carri, e così si decise di demolirle. Solo dei cavilli burocratici salvarono Porta San Bortolo e si optò alla fine per un restauro conservativo. Nel 1962 vennero demolite alcune casupole a ridosso delle mura per costruire nuovi alloggi e la zona assunse l’aspetto ancora oggi visibile.

La porta, che originariamente collegava la città al Monastero degli Olivetani di San Bortolo, da cui prende il nome, dopo secoli di modificazioni dell’urbanistica cittadina, collega oggi piazza Merlin e il quartiere meridionale di San Bartolomeo.

INFORMAZIONI E CONTATTI: monumento all’aperto sempre visibile

BIBLIOGRAFIA: Leobaldo Traniello (a cura di), Rovigo. Ritratto di una città, Rovigo, Edizioni Minelliana Associazione Culturale, 1988, pp. 83-84; Leobaldo Traniello, L’origine di Rovigo. Contributo alla storia urbanistica della città per servire come contributo dell’urbanistica alla storia. Rovigo, Minelliana, 1975.