Villa Nani Mocenigo Canda

TITOLO: Villa Nani Mocenigo

COMUNE: Canda, strada provinciale 12, 365

DATAZIONE: XV secolo

DESCRIZIONE:

Villa Nani Mocenigo è un’importante residenza nobiliare situata nel cuore del comune di Canda, presso l’argine sinistro del Canalbianco. La sua storia si intreccia con la storia del territorio e delle persone che lo governarono e lo abitarono nei secoli scorsi e la villa costituisce un importante monumento artistico, dal forte valore storico e sociale.

Villa Nani Mocenigo, come si presenta oggi, è il risultato dell’unione di differenti parti e di continue modifiche, attuate per volere dei vari proprietari che si susseguirono dalla sua costruzione in poi. Un primo edificio venne probabilmente realizzato già a partire dalla fine del Quattrocento, quando il territorio di Canda era parte dei domini della signoria estense. La nascita e lo sviluppo del centro abitato furono una conseguenza delle importanti opere di bonifica fatte dagli Estensi nella seconda metà del Quattrocento per rendere produttivi i terreni. Canda divenne in questo periodo un importante centro agricolo e nel 1460 divenne una Castalderia. Questa circostanza rese necessaria la costruzione di un edificio che fungesse da difesa del territorio e da sede amministrativa. Un edificio di questo tipo doveva esistere già nel 1465 e nel 1482 alcuni documenti nominano un “Castel de la Canda”. Nel 1484, dopo la guerra del sale, Canda passò sotto al dominio della Serenissima. Venezia perse poi per qualche anno questi territori e li riacquisì nel 1521, quando è probabile che la famiglia Nani entrò in possesso della villa. Non si conoscono molti dettagli sul primo edificio quattrocentesco, ma doveva avere un assetto simile a quello tutt’ora visibile.

Durante i primi anni del nuovo governo veneziano era frequente che le famiglie nobili veneziane si insediassero e ristrutturassero edifici già esistenti, adattandoli alle loro esigenze. Solo nella seconda metà del Cinquecento poi, dopo un importante intervento di regimentazione delle acque e bonifica dei terreni, si assiste ad una campagna di costruzione di nuove residenze. È probabile quindi che villa Nani subì piccole modifiche dopo il 1521 e un più vasto ammodernamento alla fine del secolo. Secondo alcuni studiosi l’edificio cinquecentesco fu realizzato su progetto dell’architetto Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio, ma non vi sono documenti che attestino il suo lavoro e potrebbe piuttosto trattarsi di un suo allievo. L’edificio cinquecentesco è ancora oggi in buona parte visibile sul lato nord. L’edificio arrivava fino al muro di cinta che delimitava l’area esterna del brolo. Il fronte meridionale si affacciava all’argine del Canalbianco. Esso era il fronte di rappresentanza e di accesso alla “via d’acqua”, uno schema tipico delle ville venete. Gli ambienti interni erano decorati con cicli di affreschi oggi in gran parte perduti ma di cui rimane qualche traccia. Gli affreschi ancora visibili lungo le scale invece furono realizzati nella prima metà del Seicento dal pittore Gabriello Rossi, quando Agostino Nani, diventato proprietario della villa decise di ammodernarla facendo qualche lavoro di restauro.

Nel 1690 la villa passò in eredità a Polo e Agostino Nani. Il primo in particolare decise di commissionare nuovi lavori di ampliamento della villa e fu in questa occasione che venne realizzata la parte meridionale dell’edificio, con la nuova facciata che dava sul Canalbianco. I nuovi ambienti furono affrescati da Francesco Ferrari e dal figlio Antonio Felice e le opere sono ancora visibili nella sala delle Virtù di Venezia e nella sala delle finte architetture. Il nuovo fronte monumentale voleva essere un accesso ancora più scenografico per chi arrivava via acqua, per sottolineare lo status sociale della famiglia Nani. Questo perché tra il Seicento e il Settecento la nobiltà veneziana si aprì a nuove famiglie non di nobile origine ma che avevano acquisito i titoli arricchendosi. Questo portò a una vera competizione tra le antiche e le nuove famiglie. Molte ville venete furono trasformate da residenze di campagna a ville di diletto più monumentali e scenografiche: il potere politico ed economico si esprimeva attraverso l’architettura.

Lo scalone esterno ancora presente fu invece aggiunto tra il 1775 e il 1813, quando i lavori effettuati sul Canalbianco in età napoleonica portarono all’innalzamento dell’argine e della strada, modificando il rapporto tra la villa e il paesaggio. Il pian terreno fu parzialmente interato e fu necessario modificare le scale per avere un nuovo accesso.

Nel 1946 un rovinoso incendio colpì la parte più antica della villa e furono distrutti gli affreschi cinquecenteschi, il mobilio antico e tutti i solai. I lavori di restauro eseguiti in seguito apportarono notevoli modifiche agli ambienti interni, ad oggi diversi da quelli originari.

INFORMAZIONI E CONTATTI: non visitabile

BIBLIOGRAFIA: Bruno Gabbiani (a cura di), Ville Venete: la provincia di Rovigo. Insediamenti nel Polesine, Venezia, Istituto regionale per le ville venete Marsilio, 2000, pp. 174-176; Enrico Montalti, Villa Nani Mocenigo a Canda. Rilettura critica delle fasi costruttive e trasformative della fabbrica, in ArcHistoR, n.15, 2021, pp. 52-99;